domenica 27 marzo 2011

Capitolo 21: Il Cleaning Day

La cosa bella di vivere all'AIK (Aalborg International Kollegium) è che si è del tutto autosufficienti: a turno si butta la spazzatura comune, a turno si svuota la lavastoviglie, a turno si mette il sale davanti la porta per non fare attaccare la neve... C'è poi un giorno in cui tutti quanti si danno da fare per rimettere a nuovo il Kollegium: il Cleaning day!
Il Cleaning day di quest'anno è casualmente coinciso con il passaggio dall'ora solare all'ora legale. Stamattina mi sono svegliato alle 9.55, ovvero le nuove 10.55, e neanche il tempo di sciacquarmi la faccia che sento David bussare alla mia porta. David è un ragazzo danese ingambissimo, diciamo il responsabile del Kollegium, e stamattina si è preso la briga di ricordare a tutti di andare nell'area comune per dare una mano. Purtroppo all'appuntamento eravamo massimo 35 contro i teorici 54... Mi sa che qualcuno ha fatto finta di non essere a casa.
David e Anders hanno fatto i direttori dei lavori e hanno diviso le mansioni. C'è chi ha lavato i freezer, chi ha lavato per terra, chi ha rimesso a nuovo la cucina... Io personalmente ho prima pulito le lampade che si trovano sopra ogni porta e poi lavato le finestre dall'esterno insieme a Ionnis, un ragazzo greco.
E' stato molto divertente ed era bello sentirsi come una grande famiglia e scambiarsi sorrisi ed occhiolini, anche con persone che vedi una volta ogni 3 settimane.
Al termine dei lavori, circa le 14.00 ci siamo seduti tutti quanti attorno al tavolo per gustarci una pizza (gustarci forse è un pò troppo esagerato come verbo), ovviamente comprata con i soldi del fondo cassa del Kollegium.
Invece di stare ancora qui a scrivere lascio parlare un pò le immagini, così magari conoscete qualche nuova persona!


  1. Filipe che passa l'aspirapolvere sulle poltrone e i divani
  2. Stephanie e Khati che lavano i tavoli e le sedie
  3. Io che pulisco le lampade
  4. Il corridoio pieno di cibo surgelato
  5. Christian che pulisce i freezer
  6. Regis e Cyril raccolgono la spazzatura
  7. C'è chi spazza il muro
  8. Infine io che pulisco le finestre

sabato 26 marzo 2011

Capitolo 20: I party e la teoria dell'easy target

Questo che sto scrivendo lo reputo come il post più difficile dell'intero blog, almeno per ora. Difficile perchè devo superare le barriere del parental control e del girlfriend control senza subire occhiataccie o commenti spiacevoli e magari che non mi merito. Non preoccupatevi scherzo, però voglio prestare un'attenzione maggiore questa volta, non all'italiano (non riuscirò mai a scrivere senza commettere errori), ma a farvi comprendere quello che veramente penso.
Cominciamo. Non passa settimana senza che vado a qualche party o festa del genere. Durante queste feste si radunano decine e spesso centinaia di persone per divertirsi, bere e ballare. Ovviamente molte di queste, in maggioranza gli uomini, vanno a questi appuntamenti nella speranza di rimorchiare una bella ragazza.
Come ben sapete il mondo non è popolato solo da Casanova e Don Giovanni come il sottoscritto (questa me la potevo risparmiare perchè fa proprio pena come battuta), e così capita che molti ragazzi, al contrario delle loro aspettative rimangono a bocca asciutta e così iniziano a ricorrere ai vari piani B, piani C ecc.
Per capire che nessuna ragazza ci sta non ci vuole mica un genio, e soprattuto non ci vuole neanche molto tempo per capirlo: se dopo un'ora di ballo e tentate conversazioni non sei riuscito ad avvicinarne nessuna puoi anche prendere il cappotto e tornartene a casa. Molti però, forse perchè hanno guardato da piccoli troppi cartoni di Braccio di Ferro, credono che esiste un corrispettivo degli spinaci a tutto, e così iniziano a trangugiare litri di alcol sperando di aumentare le proprie qualità di seduttori, cosa che ovviamente non avviene poichè l'unico cambiamento che si riesce a cogliere subito è quello di tramutare la propria faccia in una cosidetta faccia da fesso.
In preda agli effetti dell'alcol, questi ragazzi provano a togliere tutti i freni che si hanno quali la timidezza, la paura di fare brutta figura... Molti invece però l'unico freno che riescono a togliere e quello che per pudore ti consente di tenere dentro di te le cosiddette flatulenze, che purtroppo vengono condivise pure con noi.
Quando oramai ogni speranza di avvicinare qualche ragazza sembra perduta, si buttano a capofitto sull'easy target. Chi è l'easy target? L'easy target  è quella ragazza che o per il troppo alcol ingerito, o perchè più disponibile a condividere danze più piccanti, o semplicemente perchè più bruttina diventa la più facile da avvicinare. Fortunatamente di queste ragazze ce ne sono poche, ed è una tristezza infinita vedere i ragazzi mezzi ubriachi cercare di adescarle. Capita spesso che vieni spostato mentre balli da uno di questi ragazzi che cerca di avvicinarsi ad una di queste ragazze. La scena è sempre quella: vedi una faccia da fesso fare movimenti che mi ricordano quelli del Dottor Zoidberg quando sul suo pianeta inizia la stagione dell'amore, e che a modo suo gloriosamente si avvicina alla ragazza, magari scambia con lei due minuti di ballo e soddisfatto si crede il Re del mondo. Poverini, in realtà secondo me hanno solo una ventina di euro in meno nel portafoglio, non riescono mai a tornare a casa agevolmente, si sono coperti di ridicolo nei confronti di chi è ancora sobrio e si sono rovinati pure il giorno dopo perchè non riusciranno a fare nulla.
Ovviamente il sottoscritto orgogliosamente non fa parte di questo gruppo di ragazzi, e ciò viene notato da tutti, ragazzi e ragazze, e non è un punto a sfavore perchè tutti ti rimangono intorno, ti portano rispetto e sono contenti della tua compagnia.
A parte queste scente tristissime, mi piace tanto andare ai party poichè mi diverto molto a ballare, parlare e farmi due risate con tutti. Ieri c'è stato un party al mio Kollegium, che aveva come tema Redneck ovvero ci dovevamo vestire come gli americani che vivono nelle roulotte, diciamo quelli sfigati, tanto per fare un esempio come Cletus dei Simspon. Questo party ha avuto la peculiarità di avere più danesi che studenti internazionali, e questo mi ha fatto molto piacere. Poichè il party era proprio davanti la porta di casa ne ho approfittato per fare tante foto. Eccone qui qualcuna:








 
In ordine:
  1. Scorcio di serata
  2. Io con Charlotte e Stephanie e in sfondo un ragazzo austriaco che è venuto in visita
  3. Ryan che fa il barman
  4. Da sinistra verso destra: Fanny, io, Charlotte e Maxence
  5. Io e il mio collega danese Jens (non fatevi impressionare dalla foto, è un bravissimo ragazzo)
  6. Io vestito da Redneck (non si vedono i pantaloni svoltati e gli scarponi)
  7. Scorcio di serata con vista dall'alto
  8. Elena, Arianna ed io (questa foto è stata aggiunta in un secondo momento perchè mi vedo per intero)

giovedì 24 marzo 2011

Capitolo 19: E quindi uscimmo a riveder le stelle

Credo che non devo fare commenti sul titolo del capitolo di oggi, nel senso che (spero) tutti sanno che si tratta dell'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Aligheri. Ho scelto questo titolo non perchè sia uscito fuori da un metaforico inferno, ma perchè ieri sono andato a vedere le stelle all'Osservatorio Astrofisico di Aalborg.
Quando si può fare qualcosa di diverso, e soprattutto gratis si cerca di farla. Ieri sera c'erano tutte le condizioni per andare all'osservatorio, poichè mi seccava scendere in centro per via del troppo vento e soprattutto perchè non c'era una nuvola in cielo, evento al quanto raro in Danimarca.
L'osservatorio si trova a meno di 3 km dal Kollegium ed è all'interno di un boschetto.Sono andato all'appuntamento da solo poichè volevo mangiare prima di uscire (per la cronaca mi sono fatto una spaghettata col tonno da leccarsi i baffi). Trovare l'osservatorio è stato facile, anche se dentro il boschetto ho temuto di perdermi.
Nonostante 15 minuti di ritardo credevo di essere il primo, invece dentro l'osservatorio c'erano una ventina di ragazzi.
Di persè l'osservatorio è piccolino e a dire al verità mi aspettavo qualcosa di molto più grande perchè è pubblicizzato come il secondo più grande della Danimarca.
Abbiamo visto in ordine cronologico la Cintura di Orione, la Via Lattea e Saturno. Immaginavo di vedere le stelle grandi come ciliege e invece erano molto piccole.
Quando sarà la prossima visita all'osservatorio? Ad Agosto... Sull'Etna!

mercoledì 23 marzo 2011

Capitolo 18: I primi due esami

Credo di essere in Danimarca da non più di 50 giorni eppure ho già due esami alle spalle! Ebbene si, nelle ultime due settimane sono stato impegnato con due esami di due materie differenti, ma fatte dalla stesso professore. Il professore si chiama Tom Condra, avrà circa 60 anni ed è Irlandese. E' molto simpatico e pure molto bravo, ma che fatica ascoltarlo parlare in inglese! I due corsi sono Combustion processes and the environment e Dimensional Analysis. Entrambi i corsi non sono presenti nel mio corso di studi italiano, ma li ho seguiti diciamo per sport... Senza dubbio sono stati interessanti e arricchiranno il mio bagaglio culturale.
Adesso tocca parlare degli esami e delle differenze con quelli italiani.


Combustion processes and the environment - Esame scritto


Questo esame si è tenuto il 15 Marzo e consisteva in uno scritto di due ore. A badare alla classe non c'era il professore ma due anziane signore danesi che molto simpaticamente abbiamo definito student-sitter (come babysitter). Il loro compito era quello di assicurarsi che non copiavamo. 
In Italia durante gli scritti si vedono scene comiche di persone che escono bigliettini da tutti i lati per cercare di copiare l'impossibile. In Danimarca questa usanza non è diffusa, non perchè i Danesi siano dei geni, ma perchè è loro consentito di portare tutti gli appunti che vogliono, calcolatrici programmabili e come ciliegina sulla torta il computer!
Con tutto questo arsenale fare l'esame non è una passeggiata, ma di sicuro è molto più da ingegneri.
Come è andato l'esame? Non un gran chè e aspetto ancora i risultati.


Dimensional Analysis - Orale


Quando si fa un esame orale in Danimarca, il professore ti da tre giorni prima i testi di 5 esercizi che ti potrà chiedere all'esame. Tu li svolgi a casa e poi vai all'esame. All'esame ci sono cinque carte, tu ne peschi una e in base al numero che esce svolgi quell'esercizio. Il professore ti interrompe continuamente chiedendo delucidazioni e facendoti domande di contesto. L'esame ha durata complessiva di 13 minuti.
Come è andato l'esame? Bene, ho preso 7 come la maggior parte dei miei colleghi, anche se per una stupidaggene non ho potuto prendere di più.


Cosa ne penso degli esami danesi? Che qui l'esame non è una guerra tra professore e studente, anzi il professore ti mette nella condizione di passarlo e non gode quando la maggior parte dei ragazzi non sono ammessi.

lunedì 21 marzo 2011

Capitolo 17: Il Curling

Quando ho iniziato a scrivere il blog mi chiedevo quale sarebbe stato il capitolo 17, poichè in Italia per tradizione questo numero è legato alla sfortuna. Casualmente mi trovo a scrivere del Curling, uno sport invernale che negli ultimi anni sta diventando popolare nei paesi del nord. Ovviamente se vai in giro in Italia e soprattutto in Sicilia e chiedi cosa sia il Curling solo in pochi ti sanno rispondere. Se fai parte di quel gruppo ecco qui una breve descrizione dello sport:



Si gioca il 8 e si fa parte di due squadre diverse. Il principio è simile alle bocce (classico gioco estivo da spiaggia), ma con delle stones di 20 kg che devono scivolare sul ghiaccio. Non c'è boccino, ma un'area colorata simile al bersaglio del tiro con l'arco (ma colorata sul ghiaccio) nella quale la stones deve finire per poter portare punti alla squadra. Delle 4 persone a turno una lancia, due spazzano il ghiaccio per aumentare la velocità della stones e uno indica al lanciatore dove colpire. Come nelle bocce si cerca di colpire la stones avversaria per allontanarla dalla zona punti.

Semplice direte. Anche io da comune spettatore delle Olimpiadi avevo battezzato il curling come lo sport più semplice e stupido del mondo, ma non per questo pure molto divertente.
Avevo programmato di andare a giocarci da quando avevo scoperto che c'era la possibilità di andarci gratis, ma per diversi imprevisti non ero mai andato. Finalmente mercoledì scorso sono potuto andare.
Avevo una voglia matta di giocare e quindi già da subito avevo infilato la suola per poter pattinare veloce, e impugnato la mia scopa. Non sono passati 5 minuti da quando avevo indossato la mia uniforme che ho fatto un bruttissimo capitombolo a terra, ma fortunatamente il mio istinto grazie al judo si è evoluto e quindi sono caduto bene senza farmi niente. Ho pensato fosse stata solo una sfortunata coincidenza. Dopodichè dopo aver lanciato e fatto fiasco mi sono messo a spazzare il ghiaccio. Con foga rincorrevo la stones e lì sono caduto una seconda volta. Questa volta tutto il peso è finito sul gomito. Non potete immaginare quanto fa male cadere sul ghiaccio! E' durissimo!!!
Ho visto mezza dozzina di persone venirmi a rincorrere e sincerarsi delle mie condizioni. Mi sono rialzato e dopo 5 minuti ho iniziato nuovamente a giocare anche se tutto dolorante. Solo che ora faccio molta attenzione ai moviementi che faccio, e fortunatamente non cado più. Nella partita successiva ho segnato pure un punto dei 4 totali che in 12 persone siamo riusciti a fare, quindi mi ritengo soddisfatto.
Credo che la mia carriera di curling finisce qua, soprattutto per non incorrere in infortuni indesiderati. Mi riserbo di riandarci, ma a condizione che indossi ginocchiere e paragomiti! E perchè no, pure un caschetto!
A 5 giorni dal quella serata il gomito mi fa ancora un pò male, quindi credo che il numero 17 vada bene per questo capitolo.
Mi piace di più giocare a bocce o a curling? A bocce, perchè dopo quando sei tutto sudato ti puoi fare un bel bagno a mare!
Ecco qui qualche foto della serata.


giovedì 17 marzo 2011

Capitolo 16: Buon compleanno Italia!

Definendomi un romantico patriota italiano oggi non potevo che scrivere del 150° aniversario della nascita dell'Italia. Ebbene si, oggi si festeggia perchè 150 anni fa a Torino Vittorio Emanuele II veniva procalmato Re d'Italia. Ne è passato di tempo e l'Italia è cresciuta e nel corso degli anni è stata la casa di tantissimi Italiani che si sono distinti e hanno fatto crescere il nostro nome nel mondo.
Non c'è niente da fare, noi Italiani siamo i più belli del mondo, i più bravi in tutto, i più romantici, i più allegri e i più simpatici, ma purtroppo spesso pure i più smemorati! Certe volte ci dimentichiamo chi siamo veramente e (lo dico tristemente) cadiamo nel ridicolo. Se solo tutti noi dessimo il 70% di quello che siamo capaci saremmo la nazione più felice e bella del mondo. Del resto chi oltre noi ha tantissimi monumenti, un infinità di bellezze naturali, una cucina buonissima e la cultura più antica e grande del mondo? Nessuno! ...E così, invece di scommetterci per intero puntiamo solo alla sussistenza che non ci permette di emergere in questo mondo che sta correndo. Eppure tutto il mondo ci continua a ringraziare per aver inventato la radio, il telefono, il motore elettrico, il fax, l'aliscafo, il radar, l'elicottero, la pila atomica, il microchip, la plastica, l'autovelox ecc. Tutta roba non da poco, e soprattutto tutta roba inventata dopo l'Unità d'Italia!
Oggi dobbiamo essere tutti contenti! Dobbiamo abbbracciarci tutti da nord a sud, da Milano a Palermo, da Napoli a Torino, dobbiamo riunirci tutti sotto la stessa bandiera, che orgogliosa sventola da 150 anni e ancora deve sventolare più forte e bella che mai!
Perciò Italiani svegliamoci da questo sonno durato troppo tempo, riprendiamoci quello che è nostro, rompiamo queste catene che ci tengono legati da troppo tempo, mandiamo a casa chi da ormai troppo tempo ci mette in ridicolo davanti il mondo intero, scommettiamoci a più non posso e facciamo parlare tutto il mondo della nostra potenza e bellezza!
Non è difficile... basta che ci ricordiamo tutti che siamo FRATELLI D'ITALIA... Auguri a tutti!

domenica 13 marzo 2011

Capitolo 15: Il ping pong

Stasera sono stanco per cui scriverò un articolo soft. Parlerò del ping pong che è uno dei passatempi principali qui al Kollegium.
I primi giorni, quando ancora non ci conoscevamo bene, molti ragazzi rimanevano per timidezza rintanati nelle loro stanze , poichè non per tutti è facile presentarsi ed iniziare una conversazione. Il ping pong è stato quello stimolo in più per superare questa barriera ed uscire definitivamente dal proprio guscio. Personalmente io ho iniziato a giocare da subito, ed appunto proprio lì ho conosciuto molti ragazzi.
Giocare può essere rilassante, ma può anche tramutarsi in una sfida. Spesso ci riuniamo circa una decina e giochiamo nel seguente modo: ognuno ha in mano una racchetta, e giochiamo correndo intorno al tavolo. Quando arriviamo nel lato corto del tavolo è il nostro turno di giocare. Chi sbaglia esce. Quando rimangono in vita gli ultimi due giocatori si fa una finale nella quale vince chi riesce ad ottenere un vantaggio di due punti sull'avversario. Chi vince ottiene una vita bonus che può utilizzare in caso di errore nella partita successiva.
Personalmente io non ho una grande tradizione di ping pong alle spalle, ma mi do da fare e cerco di essere un cattivo ospite per tutti e qualche volta addirittura vinco! Il fenomeno del Kollegium è Vincent, un ragazzo francese, ma di padre italiano. Lui è l'osso duro e chi vince contro di lui compie un'impresa.
Quante volte ci gioco a settimana? Minimo 2, massimo 5.


Nella foto insieme oltre a me c'è Ryan.

giovedì 10 marzo 2011

Capitolo 14: Il teatro dell'Opera, un orgoglio tutto Italiano

Durante le discussioni che si fanno tra studenti di differenti nazionalità capita spesso di elogiare il proprio paese mettendone in risalto le qualità che tutto il mondo gli riconosce. Essendo italiano non ho grossi problemi nel fare bella figura poichè, obbiettivamente, l'Italia è tutta un museo a cielo aperto, possiede un'infinità di bellezze paesaggistiche, abbiamo la cucina più buona al mondo e la cultura più antica e bella del mondo. Certo, a volte capita di essere sbeffeggiati quando si parla di politica, ma questo è un altro discorso e non ne voglio parlare, almeno non ora.
Anche quando non ho voglia di esternare la nostra superiorità culturale, ci sono eventi che lo fanno al posto mio. Capita infatti che il comune di Aalborg paghi una compagnia teatrale per recitare gratis  per i cittadini, Il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Ebbene si, ieri sera al Nordkraft Theatre circa 300 persone sono andate ad ascoltare uno dei più gradi successi del nostro famoso compositore e io facevo farte di una nutrita delegazione di studenti universitari.
L'opera è stata messa in scena nella versione originale, nonostante il cast fosse composto da soli danesi. I tre atti sono stati fatti in zone diverse del teatro, il quale non è un vero e proprio teatro, ma una ex fabbrica adibita a teatro. L'unico strumento presente era un pianoforte. La compagnia è stata molto brava, poichè non è facile cantare in una lingua totalmente diversa dalla tua.
Ad ogni pausa tutti mi facevano i complimenti per la mia italianità, e come dargli torto. L'apoteosi si è raggiunta quando si è arrivati al celebre brano La donna è mobile.


Durante la rappresentazione spesso distoglievo l'attenzione dallo spettacolo per pensare un pò. Mi chiedevo come mai con i bellissimi teatri che ci sono in Italia e i bravissimi cantanti, l'Opera rimane uno spettacolo di nicchia, sconosciuto a molti. Non voglio crocifiggere nessuno perchè io sono il primo a non essere mai stato a teatro di mia spontanea volontà. Forse noi italiani non sappiamo di cosa siamo capaci e quali sono le meraviglie che siamo stati capaci di inventare.
Tornato a casa ho cercato su internet gli spettacoli in programmazione al Teatro Massimo Bellini di Catania, in modo da poter sopperire alla mia mancanza una volta tornato in Italia e per pura coincidenza ho scoperto che in Autunno daranno Il Rigoletto.
In verità tra i miei ricordi c'è un celebre brano dell'opera lirica che mi ha reso veramente orgoglioso di essere italiano. E' stato durante la cerimonia di apertura dell'Olimpiade di Torino nel 2006, quando il maestro Luciano Pavarotti ha intonato il Nessun Dorma di Giacomo Puccini. In quell'occasione tutto il mondo ha potuto ascoltare un opera superlativa, cantata da una delle voci più potenti e belle della storia della musica.
Essendo un patriota romantico, nella parte finale del brano quando viene intonato il celebre Vincerò non posso non sentire invece Italia rialzati che sei la più bella del mondo, e non avere paura di mostrarti per quella che sei veramente.

Ditemi un pò se lo sentite pure voi.

http://www.youtube.com/watch?v=O0Sx5lbVlQA

lunedì 7 marzo 2011

Capitolo 13: Un Barbecue domenicale

In Danimarca non capita spesso di avere delle domeniche con il sole, così quando capita la gente si anima e passa una giornata all'aperto. C'è chi fa una gita, chi va a giocare a pallavolo nel parco e chi, come noi ieri, organizza un bel barbecue.
Sabato alcuni ragazzi francesi hanno pensato di sfruttare la bella giornata per mangiare tutti insieme un pò di carne. L'appuntamento era per le 13.00 a 30 metri dal mio Kollegium. Che fortuna!
All'appuntamento si sono presentate circa 20 persone, delle quali più della metà francesi e come spesso capita io ero l'unico italiano. Il barbecue o arrusti e mangia come più comunemente detto dalle mie parti è una grande festa e l'invitato più importante è sicuramente la carne! In Sicilia di certo non mancano le fettine e le polpette di carne di cavallo, la salsiccia, le puntine di maiale o la cipollata, e il tutto è accompagnato da olive, salumi e formaggi casarecci. Diciamo che abbiamo una buona tradizione! Per un siciliano doc è difficile battezzare come barbecue l'evento di ieri... Io la chiamerei americanata! Mi è sembrato di essere in una puntata dei Simpson, nella quale il buon Homer prepara Hamburger e Hot dog per i suoi amici. E si amici miei... ieri abbiamo arrostito solo questo. Ovviamente non c'erano i nostri panini di semola, ma dei semplici panini industriali che per avere un pò di sapore e compattezza dovevano essere riscaldati. Il contorno era a base di pomodori, cetrioli e patate bollite più una miriade di salse quali tomato, maionese e mostarda.
Gli altri ragazzi erano molto soddisfatti della mangiata, mentre io mi mi dispiacevo per le mangiate di Pasquetta e del Primo Maggio che mi perderò. Non c'è proprio niente a che vedere con il nostro cibo.
Vabbè, pazienza. Non si può mica avere tutto in Erasmus. Di certo però c'è il fatto che questo è stato il mio primo Barbecue internazionale, e come ogni cosa internazionale lascia il segno, in positivo ovviamente.
Bene, per oggi è abbastanza. Come tradizione vi lascio un pò di foto. Nella prime mi potete ammirare col mio nuovo look (è durato solo due giorni) e nell'ultima vi faccio assaporare un pò di carne!


venerdì 4 marzo 2011

Capitolo 12: L'Università

Nei primi 11 capitoli vi ho parlato di tutto e di più, tranne del vero motivo per cui sono venuto qui in Danimarca: lo studio. Eh già, io sono uno studente Erasmus e mica un ragazzo in vacanza per cinque mesi! Come è facile immaginare lo studio legato all'università è l'attività che più mi impegna durante tutta la settimana, ma ora vi illustro meglio.
L'Università di Aalborg è unica al mondo per il suo metodo di insegnamento. Se nelle altre università si cerca di far ingurgitare agli studenti più argomenti possibili, qui invece si cerca di far apprendere lo stretto necessario, ma con cognizione di causa. Per esempio io sono iscritto al corso di Ingegneria Energetica Termica, e lo scopo dell'insegnamento del mio semestre è quello di farmi apprendere a progettare una pala eolica, e di conseguenza tutto ruota attorno a questo macro argomento. In ogni semestre ci sono circa sette corsi finalizzati alla realizzazione del progetto finale, nel mio caso la progettazione di una pala eolica. Facendo un pò di semplici calcoli scopri che in tre anni di università fai 6 progetti, ovviamente sempre più difficili. Durante la realizzazione di questo progetto non sei lasciato allo sbando, perchè hai l'aiuto di un supervisore assegnato dall'università, e inoltre le lezioni ti permettono di avere delle basi solide.
Le lezioni hanno durata di 4 ore e sono così suddivise: le prime due ore lezione del professore, e le ultime due esercitazioni nella tua stanza privata. Avete sentito bene, stanza privata! Infatti ogni studente condivide con altri 3/4 studenti una stanza di una trentina di metri quadrati, e lì può fare quello che vuole. Diciamo che è una seconda casa. Gli studenti che sono in stanza con te fanno parte del tuo group e con loro fai gli esercizi e condividi le esperienze del project. Durante le due ore di esercizi il professore passa minimo 3 volte per aiutarti nel caso in cui non sei in grado di risolverne qualcuno. Ah, mi sono dimenticato di dire che nella stanza trovi 3 lavagne, un bollitore per l'acqua, materiale di cancelleria, tovaglioli e tutto l'occorrente per studiare nel massimo confort possibile, ma soprattutto puoi accederci a qualsiasi orario, anche di notte.
Le lezioni ovviamente sono tenute in inglese, come lo sono pure i testi di riferimento.
Il tutto è organizzato per farti ottimizzare al meglio il tempo dedicato allo studio, compresa la data degli esami. In Danimarca non trovi mai più di un esame nella stessa settimana, e mai più di tre nello stesso mese. Diciamo che gli esami sono spalmati durante tutto il semestre.
Volete sapere cosa penso io di questo sistema?
Secondo me, è un ottimo sistema, e permette di far rimanere a passo tutti gli studenti. Io mi trovo bene, e soprattutto mi piace lavorare all'interno del group, poichè ognuno è portato per certi argomenti, e così ci possiamo aiutare a vicenda. Anche se capita che si rimane per 8 ore all'università, non si sente mai il peso dello studio, e questa è un ottima cosa.
Inoltre ogni dipartimento ha la propria segretaria privata che ti manda circa 6 email al giorno per dirti la qualunque, sia per avvisarti di concorsi o meeting, sia per ricordarti che devi compilare il modulo per la registrazione delle materie.
Cosa posso dire poi? Beh c'è la cucina comune e l'area relax con due calcetti, internet è velocissimo e i riscaldamenti ti consentono di rimare a maniche corte se sei abbastanza coraggioso (io no). In più se non ti puoi permettere un portatile o semplicemente non vuoi comprartene uno, puoi fartene dare uno in prestito dall'Univerisità.
Per concludere vi rivelo una cosa incredibile... In Danimarca l'Università è... GRATIS!